Tour de France 2022, Jack Bauer: “Ho scelto io di sbattere contro l’ammiraglia UAE, era il minore dei mali”
Jack Bauer racconta la sua caduta al Tour de France 2022. Nel corso delle prime fasi della tappa poi vinta da Jonas Vingegaard, il corridore della BikeExchange-Jayco stava cercando di entrare nella fuga di giornata, quando si è scontrato con l’ammiraglia della UAE Team Emirates, che era stata costretta a frenare perché poco più avanti una moto della tv belga aveva causato la caduta di Nils Eekhoff, che era ancora a terra. Il classe ’85 ha poi raccontato l’episodio ai microfoni di Cyclingweekly, spiegando di aver scelto di proposito di urtare l’ammiraglia del team emiratino per evitare scontri con superfici più dure.
“Potevamo immaginare sarebbe successo – ha esordito riferendosi alla sua caduta e a quella di Nils Eekhoff, pochi metri davanti a lui – le macchine e le moto si erano fermate e non c’era abbastanza spazio. Ma era un tratto così ripido che i freni non servivano a molto, quindi la scelta era tra buttarmi a sinistra e sbattere contro qualche palazzo oppure tenere la traiettoria e andare a sbattere nell’ammiraglia UAE. Un paio di giorni fa sono andato a sbattere nell’auto Shimano, quindi sapevo quanto una macchina fosse più soffice rispetto a un palazzo o alla strada. Davvero, non è una battuta. […] Ho provato a perdere subito velocità, ma la mia ruota è slittata. Quando la discesa è troppo ripida, i freni non possono fare molto. Dopo tutto corriamo su ruote di bici da corsa, l’asfalto certo non è di gomma, quindi ho optato per la macchina. Ho perso un po’ di pelle dal gomito, e questo è tutto”.
Il neozelandese però non incolpa né la moto, né l’auto per la caduta: “Mi piace creare dei distacchi quando vado in fuga, non perché io vada più forte degli altri, ma perché possono tenere la velocità, posso stare a ruota e probabilmente la caduta è stata una conseguenza di questo. Sei sempre al limite, che tu sia in bici, in moto o in auto. Normalmente tutto fila liscio, poi a volte, come oggi per me e Nils, c’è qualcosa che staziona sul nostro cammino. Il mio linguaggio colorito dopo la caduta? Quando qualcuno si ferma in moto o in auto davanti a te e tu sei a sessanta all’ora in discesa, preferiresti che non lo facessero. Ma è come un paio di giorni fa, capisco che l’auto Shimano provi a seguire la maglia gialla e capisco che condividiamo la stessa strada e anche che in alcune situazioni le auto non possono andare da nessuna parte. Le macchine devono fermarsi, io pure, ma le mie ruote sono talmente piccole che non ci riesco. Non sono contento di essere finito a terra due volte in quattro giorni, ma a quanto pare questo è il mio Tour”.
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